(tratto dall’articolo di Paolo Seghedoni per Segno)
«Grazie per aver assunto decisamente la Evangelii gaudium come magna charta». Il 27 aprile 2017, parlando ai partecipanti al congresso del Forum internazionale dell’Azione cattolica (Fiac), papa Francesco iniziava così il suo intervento. Un richiamo esplicito all’esortazione apostolica da cui, potremmo dire, nasce il magistero del pontefice. E, in effetti, a dieci anni dalla sua redazione, Evangelii gaudium rimane un’opera fondamentale non solo per comprendere il ricco magistero di Francesco, ma per capire la direzione che la stessa Azione cattolica ha intrapreso in questo periodo.
L’esortazione è, a tutti gli effetti, il programma pastorale del magistero di Papa Francesco. Un programma impegnativo, esteso, a volte difficile da comprendere per noi Chiese occidentali, ma al tempo stesso ricco di suggestioni, di fascino, di uno slancio rinnovato.
L’Ac ha voluto, fin da subito, mettersi alla scuola di questo ricchissimo documento, ha saputo coglierne aspetti peculiari, ha deciso di mettersi in cammino e di farsi “scomodare” da Evangelii gaudium.
La Chiesa in uscita è, ben presto, diventata anche l’Azione Cattolica in uscita (en salida per dirlo con le parole spagnole del pontefice), come ricorda il documento finale dell’Assemblea nazionale del 2014. In quell’occasione, il 3 maggio 2014 Papa Francesco aveva consegnato all’associazione tre verbi che hanno accompagnato il rinnovamento di questi anni: rimanere, andare, gioire. In particolare metteva in guardia responsabili, soci e simpatizzanti a evitare «la tentazione della «quiete», la tentazione della «chiusura», quella dell’«intimismo» e infine la tentazione della «serietà formale»: «Con questo rimanere in Gesù, andare ai confini, vivere la gioia evitando queste tentazioni, eviterete di portare avanti una vita più simile a statue da museo che a persone chiamate da Gesù a vivere e diffondere la gioia del Vangelo».
L’Azione cattolica aveva fin da subito aderito alle istanze di questo documento: l’invito a diventare “discepoli-missionari” contestualmente è stato assunto dall’associazione che ha lavorato, e sta lavorando tuttora, per renderlo sempre più esplicito, sempre più concreto, sempre più aderente alla vita.
Il primato della vita, la cura della spiritualità, quella delle relazioni, del Creato, della vita sociale e politica, non rappresentano una novità per l’associazione, ma di certo da Evangelii gaudium e dal magistero di Francesco tutti questi aspetti, e molti altri, hanno trovato motivi di rinnovamento, di freschezza, di maggiore aderenza alla realtà che, per citare solo uno dei passaggi fondanti entrati nel linguaggio comune, è davvero superiore all’idea.