Il 22 aprile in piazza san Pietro l’AC festeggia con papa Francesco
Aiutare tutti a diventare santi! È questo il più grande desiderio che ha animato la vita e l’impegno educativo di Armida Barelli. A tutti rivolgeva l’invito a diventare santi e per tutti si impegnava con la preghiera e con le opere affinché lo divenissero davvero. Il fine ultimo di ogni sua attività era la santificazione di coloro di cui si prendeva cura e verso cui rivolgeva il suo instancabile slancio apostolico. Dal 30 aprile dello scorso anno, quando nel Duomo di Milano è stata celebrata la sua beatificazione, si è registrato un crescente interesse per molti versi sorprendente attorno alla figura della Barelli. Si sono moltiplicati convegni, incontri, mostre, ricerche, pubblicazioni. Una riscoperta comunque doverosa e quanto mai utile anche per l’attualità del suo messaggio e della sua testimonianza. L’udienza del 22 aprile concessa da papa Francesco contribuirà certamente ad accrescere l’attenzione verso questa figura. Ci sono aspetti della vita di questa beata che meritano di essere meglio conosciuti e approfonditi sia in ambito ecclesiale sia in ambito civile. Le sue molteplici opere, infatti, sono state per molti versi rivoluzionarie e profetiche. Ad esempio, mentre oggi parliamo del ruolo e della valorizzazione della donna nella Chiesa, la Barelli aveva già, in tempi ben diversi dai nostri, un mandato dal Santo Padre che la portava a interfacciarsi, a volte in modo anche dialettico, con l’episcopato di tutto il Paese e ad avere una responsabilità sul versante educativo e dell’evangelizzazione che non aveva uguali nello scenario ecclesiale del tempo. Inoltre, la capillare promozione sociale e culturale delle giovani ha contribuito a far prendere coscienza a gran parte delle donne italiane del loro ruolo e dei loro diritti, incluso quello del voto elettorale, soprattutto nel momento decisivo della rinascita del Paese dopo la seconda guerra mondiale. Armida Barelli, oltre ad essere un faro per il cammino di fede e un’autentica testimone di santità laicale, ha ancora molto da insegnarci anche per affrontare le sfide del tempo presente. Per questo l’appuntamento del 22 aprile più che un momento per ricordare sarà un’occasione per rimetterci in cammino e rinnovare il nostro impegno sulle orme di questa beata, la cui testimonianza – come scrive papa Francesco –: «segna un passaggio decisivo nella visione del laicato: non più una condizione di minorità, ma la scoperta di come quel vissuto laicale, all’interno del popolo di Dio, sia la strada per vivere la santità».
(da un articolo di mons. Giuliodori)