(tratto dall’intervista del Presidente Nazionale AC Notarstefano per il SIR – qui l’intervista completa)
Quotidianamente scossi dal fragore delle armi che proviene dall’Ucraina e dai tanti, troppi, conflitti in atto nel mondo, non possiamo e non dobbiamo far tacere la domanda di pace che interroga le nostre coscienze e ci spinge ad allargare l’orizzonte della nostra umanità…
Tutti siamo chiamati ad essere cittadini responsabili, artigiani di pace e di speranza, pellegrini sulle orme dei testimoni di un’umanità riconciliata.
Tutti siamo chiamati ad essere operatori di pace nelle nostre città, dove sempre più spesso assistiamo a episodi di violenza e intolleranza verso chi è diverso, per cultura, religione, etnia, orientamento sessuale, così come nei confronti delle donne e dei soggetti più deboli della società, disabili, bambini e anziani. Abbiamo bisogno di costruttori di comunità accoglienti e inclusive, che sanno essere luogo di relazioni generative, dove rinsaldare i legami del patto sociale e promuovere il pieno sviluppo di ogni persona umana. Specialmente in questa stagione di grave crisi economica e sociale serve promuovere una sicurezza non basata su muri di separazione, ma su legami di solidarietà, alleanze contro le povertà e reti per il bene comune.
Come cittadini abbiamo il diritto e il dovere di chiedere alla politica responsabilità e lungimiranza, una democrazia più partecipata, aperta all’ascolto dei cittadini, politiche pubbliche capaci di ripensare gli spazi come luoghi dove prendersi cura dei legami sociali; ed anche di “disarmare la lingua e le mani”, sollecitando i responsabili delle istituzioni a riconoscere il valore generativo del confronto, investendo sulla costruzione di una società nonviolenta e promuovendo politiche concrete di coesione sociale e territoriale.
Allo stesso tempo, sono sempre più convinto che l’Europa rischia di tradire se stessa se cede alle tentazioni nazionaliste e populiste che ne minano il progetto comune e le conquiste realizzate attraverso un processo di integrazione che prosegue da oltre sessant’anni. L’Europa è chiamata ad essere sempre più protagonista di un rinnovato progetto di pace, che promuova la cultura dell’incontro tra i popoli e la collaborazione istituzionale tra gli Stati…
In fondo essere costruttori di pace vuol dire uscire dalle gabbie culturali che descrivono l’uomo, vicino e lontano, come un nemico, superando ogni logica di contrapposizione, promuovendo la fraternità come dimensione costitutiva dell’umanità e una “cittadinanza multilivello” in cui ogni uomo sia concittadino del mondo. Lo sviluppo umano integrale, in quanto rispettoso dell’ambiente e dei diritti umani, sia la via per il reale progresso dell’intera umanità e per la costruzione della pace.