La morte del Papa, il lutto e la trepidazione che porta alla scelta del successore sono sempre un momento di passaggio per la Chiesa.
Questo Papa, secondo molti di noi, ha compiuto gesti e detto parole che da anni aspettavamo dalla Chiesa.
Ringraziamo il Signore per averci concesso di vivere questo periodo, ci sentiamo chiamati alla Responsabilità di continuare i cammini che Papa Francesco ha iniziato, e gli chiediamo la Grazia di vedere quanto altro di bene sta seminando nella nostra Storia, magari senza che ce ne accorgiamo.
Per questo, preghiamo per la Chiesa e confidiamo nello Spirito Santo che sceglierà il suo successore, che avrà modo di sorprenderci, anche se non sempre lo capiremo, come dobbiamo ancora capire fino in fondo il Magistero di Papa Francesco..
I papi del post concilio sono stati forse più travisati dai loro sperticati ammiratori che dai loro critici, speriamo non avvenga così di Papa Francesco e di non essere tra quelli che lo travisano.
In questi giorni il modo migliore per ricordarlo è riprendere il suo insegnamento, a cominciare da Evangeli Gaudium ma anche con tutti gli altri suoi interventi, compresi quelli poco educati o politicamente corretti, che ce lo rendono ancora più simpatico.
Molto si scriverà ancora su di lui, per cui mi permetto solo di segnalare a tutta l’Associazione la Via Crucis del Venerdì Santo 18 aprile, che in attesa del Testamento Spirituale che tradizionalmente si pubblica, è un ottimo spunto per ripensare a tutto quello che ha fatto per noi e a quanto ancora resta a noi da fare.
Invito, chi ne ha la possibilità, ad unirsi in preghiera a tutta la Diocesi con la Santa Messa che il Vescovo celebrerà in cattedrale mercoledì 23 aprile alle ore 21 in Cattedrale.
Francesco Frigerio
Presidente Diocesano AC
Il cordoglio dell’AC Nazionale
Quella sera indimenticabile
Quella sera indimenticabile del 13 marzo 2013, quel “Buonasera” così incredibilmente irrituale, quel nome “Francesco” che mi fece scoppiare di gioia, quel cammino “insieme vescovo e popolo” che iniziava così improvvisamente rivoluzionario…
Sono passati dodici anni. Già dodici anni, solo dodici anni.
Le promesse e le aspettative di quella prima sera l’uomo venuto “dalla fine del mondo” le ha mantenute tutte, è andato perfino oltre con le sue sorprese e le sue rivoluzioni. Non è bastato, la Chiesa è cambiata ben poco, il mondo è cambiato anche troppo, e forse tutto è peggio di prima, se si guardano solo i risultati come i guadagni di un’azienda.
Ma la Chiesa non è un’azienda, e neanche il mondo, nonostante tutti quelli che lo vorrebbero così. E alla Chiesa e al mondo Francesco ha dato il cuore, ha dato l’anima. Il suo sorriso, la sua carezza, la sua tenerezza. Si è posto al di sotto, mai al di sopra, di ogni uomo e donna che ha incontrato. È stato un Padre, un nonno affettuoso per tutti.
Per me. Papà Francesco, e l’accento non è un errore, mi ha accompagnato giorno dopo giorno in questi dodici anni. Ho condiviso ogni sua parola e ogni suo gesto, soprattutto i più “estremisti”. In anni in cui sempre più mi stava stretta una certa Chiesa (che pure tanto amo) quando si ostina a guardare indietro e a conservare riti, privilegi e forme che non parlano più a nessuno, in anni in cui io personalmente mi sono sentito sempre più attratto da chi in chiesa normalmente non ci va e che vive nel mondo con tutte le sue bellezze, le sue contraddizioni e le sue difficoltà, primi tra tutti i miei studenti a cui mi sono dedicato con sempre maggior passione. Lui c’era, sempre, a darmi coraggio e speranza.
Mi ha insegnato, ci ha insegnato, in quell’altra sera indimenticabile del 27 marzo 2020, quando era completamente da solo, che “nessuno si salva da solo”: e noi a Pavia l’abbiamo capito bene, e quella parola ci ha cambiato la vita.
Dietro me, dentro me c’è Francesco, la sua parola, i suoi gesti, l’amore che ha dato e ricevuto soprattutto tra i poveri, gli ultimi, i lontani. E la sua fatica nel farsi capire, l’incomprensione talvolta tanto cattiva che ha dovuto subire soprattutto dai vicini. Come Gesù, è evidente.
Che bello pensare che il suo ultimo giorno è stato Pasqua, e Pasqua tra la gente! Chissà che ricordo emozionante per tutti coloro che ieri lo hanno visto dal vivo, per l’ultima volta vivo. Il giorno di Pasqua, segno di resurrezione e speranza, come è stato sempre lui per tutti. Ora lui compie la sua Pasqua, e il mondo lo perde proprio quando va totalmente alla deriva e maggiore era il bisogno di lui. Chissà chi verrà, chissà cosa succederà.
Ma per me, per tanti di noi, non è passato invano, ci ha cambiati totalmente. E non muore certo, come non muore chi tanto abbiamo amato.
Continuerà a vivere, a ispirarci ogni giorno nei nostri comportamenti quotidiani.
Santo, santo subito certamente. Ma questo è così importante? Quel che conta è lo sguardo con cui ci ha guardati, la tenerezza con cui ci ha toccati, l’amore con cui ci ha amati. Come Gesù, Gesù oggi tra noi.
E questo è il grazie, commosso fino alle lacrime, con cui oggi anch’io con milioni di fratelli e sorelle lo abbraccio per sempre. Ciao grande papà Francesco, e grazie di tutto. Ti voglio tanto tanto bene.
Paolo Montagna
AC Pavia – Settore Adulti