Il Presidente Trump è apparso in un videomessaggio alla marcia per la Vita, nello stesso giorno in cui la Casa Bianca posta sui social la foto degli immigrati in catene e chiude gli uffici nei paesi di provenienza, nati per facilitare i ricongiungimenti familiari e l’immigrazione legale.
L’aspetto su cui riflettere non è l’appoggio a Trump della maggioranza dei cattolici, ma il fatto che lo hanno rivotato dopo che avevano visto le sue politiche, e anche quelle ampiamente annunciate in 4 anni di campagna elettorale.
Del resto anche molti siti in italiano parlano delle meravigliose prospettive per il mondo per il fatto che il Presidente americano è contro l’aborto, è uscito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e dagli accordi sul clima.
Su altri siti, reti di associazioni, si scambiano informazioni e idee per promuovere il disarmo, per ricordare che il cambiamento climatico è causato dall’uomo, o il pericolo dei farmaci nella catena alimentare.
Tutti problemi veri, ovviamente, ma anche in qualche modo collegati e tutti in qualche modo relativi.
Se il cambiamento climatico causato dall’uomo è l’unico problema, allora posso bloccare la tangenziale per costringere gli altri a occuparsene. Ma allo stesso modo, se l’aborto è l’unico problema, allora posso credere che Trump sia pro vita.
Quando Benedetto XVI lamentava la dittatura del relativismo, il Card Martini ricordava che c’è un relativismo cristiano, che consiste nel “leggere tutte le cose in relazione al momento nel quale la storia sarà palesemente giudicata”. Molti ci hanno visto una contrapposizione tra i due, ma in realtà Papa Benedetto diceva quello che Francesco ci dice con altre parole: la realtà è superiore all’idea, ovvero con la complessità del reale, dobbiamo comunque fare i conti, per quanto buone ci appaiano le nostre idee.
I meccanismi della comunicazione moderna, se non compresi, tendono a mantenerci nella bolla di quelli che la pensano come noi, e ci convincono che il problema di cui ci occupiamo è quello fondamentale, chi si occupa di altro, perde tempo.
Chi si impegna per la vita, per l’ambiente, per la pace, fa anche la parte che noi non riusciamo a fare perché tutto è nostro e noi siamo di Dio.
Se le nostre ragioni sono così vere, possiamo provare a uscire dalla nostra bolla. Nell’anno giubilare “fare riposare la terra” vuole dire anche uscire dalle nostre certezze e, almeno, metterci in ascolto.
Francesco Frigerio – Presidente Azione Cattolica Pavia