La Battaglia di Pavia vista da noi

Chi è il “popolo della pace”?

Certamente il “popolo della pace” sono gli organizzatori del convegno che venerdì 24 gennaio ha visto un foltissimo pubblico riunito al Liceo Copernico. Sono “popolo della pace” perché hanno lavorato con passione per tessere relazioni, contattare persone e istituzioni, confrontarsi sugli obiettivi, cercare alleanze; perché c’è pace dove si appianano le difficoltà e si mettono da parte le differenze, cercando il bene che accomuna per arrivare ad una meta condivisa.

Il “popolo della pace” sono i tantissimi giovani e adulti che hanno partecipato all’incontro, le molte Associazioni che hanno aderito all’iniziativa, i professori e le classi che hanno preparato domande e discusso sul tema; perché c’è pace dove ci si informa, si approfondisce, si accetta di “perdere tempo” per capire meglio la storia e le complicate dinamiche della politica e della guerra.

Pensando ai tanti conflitti nel mondo, anche tanto vicini a noi, spesso si dice “tanto non possiamo fare nulla” e pronunciare la parola PACE, come ci ha ricordato Don Michele Mosa, diventa quasi scandaloso.

Marco Tarquinio, europarlamentare e giornalista, ha molto a cuore il tema della pace e ci ha dimostrato che vale la pena parlarne per capire meglio.  Tarquinio è stato chiaro nella sua analisi della situazione odierna che, come dice Papa Francesco, vede nel mondo una vera e propria terza guerra mondiale a pezzi alimentata da malsani desideri di conquista e dalle pericolose logiche economiche dei mercanti di armi.

Come lo storico Giovannetti ci ha ricordato raccontandoci la Battaglia di Pavia, ora come allora ogni guerra lascia povertà e devastazione che proseguono ben oltre la conclusione del conflitto.

Marco Tarquinio ci ha fatto riflettere sulla storia del 1900 che ha visto l’Europa impegnata in una lunga guerra civile dal 1914 al 1945: ma proprio l’Europa, grazie ad alcuni politici illuminati, ha saputo superare le divisioni ed avviare un cammino comune che continua pur con tante difficoltà.

E’ la politica quindi, la buona politica, quella con la P maiuscola, che può essere l’alternativa alla guerra in un mondo in cui i conflitti esistono, ma possono essere ricomposti e mediati.

Ringraziamo quindi “il popolo della pace” che, in piedi, continua e continuerà a parlare e a fare memoria per non dimenticare. E vogliamo farlo con le parole di Hetty Hillesum, scrittrice olandese ebrea vittima dell’Olocausto, che nei suoi diari dal lager scriveva: “La vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo. Ad ogni crimine e orrore, dovremo contrapporre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi”.

Carla Conti – Settore Adulti Azione Cattolica Pavia

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