Francesco, l’AVE e il valore della lettura

dal sito dell’Azione Cattolica Italiana

Nel 2025 saranno 90 anni dell’Editrice Ave. Un percorso prezioso, di cultura e di fede, di servizio all’associazione, alla Chiesa e al Paese. L’Ave ha dato alle stampe libri e riviste che hanno contribuito a fare la storia della presenza cristiana in Italia. Ha messo in circolo le idee di alcuni tra gli esponenti più significativi del cattolicesimo italiano ed europeo. E tuttora, con mezzi e linguaggi rinnovati, l’editrice è accanto all’Ac pubblicandone i testi e i sussidi formativi, le riviste culturali. L’Ave aiuta a guardare oltre l’Ac, con una rinnovata attenzione alle vicende dei nostri territori e a quelle internazionali.

Per noi che dei testi Ave siamo voraci consumatori, sono manna dal cielo le parole della recente Lettera di Francesco sul ruolo della letteratura nella formazione. Un testo inizialmente pensato per i candidati al sacerdozio e per gli operatori pastorali, ma infine destinato a tutti. Dove si rammenta il valore dei libri e l’importanza della lettura. E si sottolinea quanto i libri aprano nuovi spazi interiori, arricchiscano, aiutino ad affrontare la vita e a capire l’altro.

Le opere letterarie sono una sorta di “palestra di discernimento”, scrive il Pontefice. E agevolano il pastore “a entrare in un fecondo dialogo con la cultura del suo tempo”.

Concordiamo con il Papa quando sottolinea: “Spesso nella noia delle vacanze, nel caldo e nella solitudine delle città deserte, trovare un buon libro da leggere diventa un’oasi che ci allontana da scelte che non ci fanno bene. E aggiunge: “Poi non mancano i momenti di stanchezza, di rabbia, di delusione, e quando neanche nella preghiera riusciamo a trovare la quiete dell’anima, un buon libro ci aiuta a trovare un po’ di serenità”.

Quante volte proprio quella lettura inattesa, imprevista, ci ha aperto nuovi spazi interiori che ci hanno aiutato ad evitare le nostre ossessioni, a fuggire dalla gabbia delle nostre certezze, liberando gli spazi immensi della nostra anima. 

Ancora una considerazione condivisa da Francesco. Nella lettura di un libro il lettore è attivo. Scrive il Papa: “In qualche modo riscrive l’opera, la amplifica con la sua immaginazione, crea un mondo, usa le sue capacità, la sua memoria, i suoi sogni, la sua stessa storia e in questo modo ciò che emerge è un’opera ben diversa da quella che l’autore voleva scrivere”. Insomma, un libro è un’opera viva e sempre feconda. Un libro attraversa il tempo e lo supera. Poiché è sempre capace di “parlare di nuovo in molti modi e di produrre una sintesi originale con ogni lettore che incontra”. Nella lettura, il lettore si arricchisce di ciò che riceve dall’autore, “ma questo allo stesso tempo gli permette di far fiorire la ricchezza della propria persona, così che ogni nuova opera che legge rinnova e amplia il proprio universo personale”.

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