Una carestia di fraternità

Papa Francesco parla al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, riunito a New York per discutere delle conseguenze del cambiamento climatico sulla sicurezza e la pace mondiale: «È venuto il tempo di dire seriamente “no” alla guerra, di affermare che solo la pace è giusta». E la pace è «possibile, se veramente voluta». Il Papa ribadisce l’appello a far terminare violenze, conflitti e armamenti, frutto di una «carestia di fraternità» che caratterizza il mondo globalizzato di oggi, dove «siamo tutti più vicini, ma non per questo più fratelli».
Per il Santo Padre quello che stiamo vivendo è «un momento cruciale» per il futuro dell’umanità, «nel quale la pace sembra soccombere davanti alla guerra» e nel quale sembra che «si stia tornando nuovamente indietro nella storia, con l’insorgere di nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi, i quali hanno acceso conflitti non solo anacronistici e superati, ma persino più violenti».
La “terza guerra mondiale a pezzi” più volte denunciata da Francesco, «più passa il tempo, più pare espandersi». Una delle conseguenze è che le stessa Onu (e in particolare, il suo Consiglio di sicurezza) «agli occhi dei popoli pare a volte impotente e paralizzato», ammette il Papa. «Ma il vostro lavoro, apprezzato dalla Santa Sede, è essenziale per promuovere la pace e proprio per questo vorrei invitarvi, in modo accorato, ad affrontare i problemi comuni prendendo le distanze da ideologie e particolarismi, da visioni e interessi di parte».
La radice dei conflitti, dell’assenza di pace in pezzi di mondo, è anche economica. Francesco lo dice senza sconti: «Ci vuole più coraggio a rinunciare a facili profitti per custodire la pace che a vendere armi sempre più sofisticate e potenti. Ci vuole più coraggio a cercare la pace che a fare la guerra. Ci vuole più coraggio a favorire l’incontro che lo scontro, a sedersi ai tavoli dei negoziati che a continuare le ostilità»: Francesco è consapevole che “fare la pace”, costruire pazientemente percorsi di pace richiede coraggio e un di più di speranza.
Quanti si adoperano per la costruzione della pace sono chiamati a promuovere la fraternità. Per Francesco, questo è un lavoro «artigianale» che richiede «passione e pazienza, esperienza e lungimiranza, tenacia e dedizione, dialogo e diplomazia». E «ascolto», soprattutto del grido di chi soffre a causa dei conflitti, soprattutto i più piccoli e i più fragili. Ma per Francesco nulla è perduto, «possiamo fare in modo che la guerra appartenga al passato e non al futuro. Una parola è decisiva, “fraternità” che non può rimanere un’idea astratta, ma deve diventare il punto di partenza concreto», per un mondo in pace.
Papa Francesco al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – 14.6.2023.  Qui il discorso completo

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