Nessuno si può salvare da solo. Papa Francesco tiene molto a questo concetto, se lo ha usato anche come titolo del messaggio per la Giornata Mondiale della Pace.
Anche a noi piace molto, come si sa, e piace anche a diverse realtà laiche pavesi che si sono unite all’AC e alla Caritas per promuovere la solidarietà in tempo di pandemia prima e in tempo di guerra poi.
Il messaggio del Papa, che riprende evidentemente il suo insegnamento di Fratelli Tutti ma anche di Laudato si, mette insieme proprio questi due eventi che sono arrivati a ricordare a noi, che stiamo nella parte privilegiata del mondo, drammi dell’esistenza che la maggior parte dei nostri fratelli da tempo sperimenta.
L’attenzione agli altri e la sobrietà ci sono continuamente richiamate non per farci sentire in colpa per i risultati che la Civiltà occidentale avrebbe raggiunto, ma per ricordarci che abbiamo la responsabilità di mettere le nostre conquiste, sociali o tecnologiche, al servizio del Bene Comune.
Una Chiesa credibile nella sua capacità di dimostrare concretamente l’amore del Padre per gli uomini è allora autorevole anche quando, in posizione di minoranza, indica i valori umani autentici; se ci limitiamo a giudicare il mondo, rischiamo di disperdere energia in un compito che farà, e meglio, il Padrone della messe al suo ritorno.
Coltivare le idee e le pratiche che spingono la società verso il noi piuttosto che verso l’io comporta certo dei rischi, che il Magistero della Chiesa riconosce con lucidità, ma è un atteggiamento indispensabile anche per lo stesso annuncio evangelico.
Per questo dobbiamo respingere il “cattivismo” che tenta oggi anche molti cristiani che vedono nei sacrifici chiesti all’inizio della pandemia, quando, anche il Papa lo ricorda, la stessa scienza non aveva molte soluzioni, chissà quali losche intenzioni di controllo sociale.
Dobbiamo certamente vigilare perché si applichino sempre giustizia e prudenza ma, tanto per fare esempi concreti, la medicina preventiva serve alla salute di tutti, i vincoli ambientali sono finalizzati a prevenire i disastri e il controllo sulla circolazione del denaro non attenta alla proprietà privata ma garantisce chi ha di meno.
Accogliamo quindi con gioia, e magari con meno consumo di energia elettrica, il Signore che si è fatto bambino e si è manifestato ai Magi, è stato migrante e profugo, ma è anche vissuto per trent’anni nel mondo. Anche da questo, forse abbiamo bisogno di imparare.