Coltiviamo il vizio della speranza!

Martedì 15 marzo il prof. Marco Morandotti, docente presso la nostra Università  alla facoltà di Ingegneria, è intervenuto come relatore nel terzo incontro organizzato dalla Azione Cattolica di Pavia per il ciclo di conferenze intitolato “Ascoltare per capire, non per rispondere”. Questa volta il sottotitolo era Il dialogo necessario per una solidarietà efficace”. Il tema della serata era infatti legato alla realtà della Agenzia n.1 Pavia per Ayamè, di cui Morandotti è Presidente. L’incontro è iniziato con una citazione dalla Fratelli Tutti, “In questo momento chiunque non è brigante e chiunque non passa a distanza, o è ferito o sta portando sulle sue spalle un ferito, parole che, rifacendosi evidentemente alla parabola del buon samaritano, ci hanno subito messo nella situazione di chiederci in chi ci riconosciamo. Questa frase  ha immediatamente esplicitato il motivo per cui, più di venti anni fa, un gruppo di cittadini pavesi ha deciso di adottare a tempo indeterminato (e quindi di portare sulle sue spalle) una situazione disagiata del mondo, scegliendo tra le tante proprio Ayamè, in Costa d’Avorio, con l’impegno di contribuire finanziariamente ogni anno al suo sviluppo. Una delle caratteristiche di questa iniziativa è la reale cooperazione: c’è forte il desiderio di evitare qualsiasi forma di caritatevole neocolonialismo, “imponendo” magari progetti che possono essere spesso generati più dall’ autocompiacimento che da un reale ascolto delle esigenze delle comunità locali. Si tratta inoltre di una cooperazione sostenibile, perché programmi ed azioni sono finanziariamente ed operativamente credibili. Ad Ayamè l’Agenzia opera contemporaneamente su vari fronti: la protezione dell’infanzia (tutti quelli che conoscono questo progetto hanno a cuore la Pouponnière), la salute pubblica (oltre all’Ospedale sono attivi sul territorio vari dispensari), e più in generale il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Nel corso della serata il prof. Morandotti ha proiettato, oltre a slide che illustravano sinteticamente le attività della Agenzia, anche foto scattate da lui in uno dei suoi viaggi ad Ayamè: alcune immagini di bimbi, alcuni sguardi, alcuni interni  dove le giornate passano senza tempo, in paziente  attesa, forse proprio di un volontario pavese che porti un aiuto. Se alla domanda “tutto va male, che posso fare io?” rispondiamo “Nessuno potrà mai aggiustare le cose” non facciamo altro che alimentare il disincanto e il pessimismo. Nella dichiarazione di intenti della Agenzia al contrario si legge “…l’abitudine di coltivare il vizio della speranza” e per tutti gli uomini questo è davvero il vizio più bello!

Etichettato , , , , , , , ,
loading