di Daniele Frigerio, Segretario MSAC Pavia
Dal 11 al 18 aprile si è tenuto in via telematica, per la prima volta nella storia, il XVII Congresso Nazionale MSAC, dove tutti gli msacchini di Italia hanno avuto modo di vivere momenti di formazione, preghiera e democrazia, emendando il documento congressuale e votando i nuovi membri dell’equipe nazionale e il nuovo segretario, Lorenzo Pellegrino, e il suo vice Ludovica Mangiapanelli. Il MSAC ogni tre anni si rinnova per aderire sempre più al tempo che viviamo e per perseguire l’obiettivo specifico di essere il volto missionario dell’Azione Cattolica nella realtà della scuola e così facendo, come ricordato da Ernesto Diaco, Direttore Ufficio Nazionale per l’Educazione, la Scuola e l’Università della CEI, all’inizio dei lavori congressuali, tale missione permette anche di portare un po’ di scuola nel cammino della Chiesa. Durante il congresso abbiamo potuto dialogare con la preside Eugenia Carfora di Caivano, che si è autodefinita “gentil tosta” e “preside delle piccole cose”. Una donna carismatica, dalle cui parole traspariva tutta la sua passione e la sua attenzione per gli studenti con i quali ha cercato di mantenere vivo il rapporto durante questo periodo di chiusura, anche andandoli a cercare uno ad uno, perché la Dad ha fatto tanto, ma ha lasciato molti indietro: è stato un momento molto emozionante da cui abbiamo appreso quanto l’azione più immediata che possiamo fare nelle nostre classi per aiutare i nostri compagni a non mollare, è tenere accesa la speranza; siamo stati invitati ad essere “sentinelle del bello” ricordandoci che è a scuola che nasce l’associazionismo, dove i più grandi possono raccomandare ai più piccoli di non perdersi nulla. Un altro momento molto importante è stata la veglia di preghiera di venerdì sera guidata dall’assistente nazionale don Mario Diana, dove abbiamo affidato al Signore il nostro tempo e le sue ferite, ma anche le speranze e la voglia di ricostruire insieme un nuovo cammino per il nostro Movimento e per la nostra scuola, sulle orme degli anni passati. E proprio con la relazione finale dei segretari nazionali uscenti, abbiamo rivissuto insieme il triennio trascorso e sono state poste le basi per il nuovo: ripartire dalle nostre scuole, corresponsabili insieme ai nostri compagni nei luoghi che abitiamo, consapevoli di non essere soli in questo cammino, ma uniti in una grande associazione.
Sono mancati un po’ di abbracci in questo congresso, ma non è mancato l’entusiasmo che ci contraddistingue, anche se la stanza era un po’ più silenziosa rispetto alla bella confusione degli eventi nazionali. È stato un bel momento formativo e soprattutto ha permesso di recuperare un po’ di coraggio per ricominciare a sognare la scuola che vogliamo e speriamo che queste nuove energie possano toccare anche le scuole della nostra città.