Raffaella Rastelli, Presidente Diocesana 2004-2010
Perché proporre ancora oggi l’Azione Cattolica? Il suo nome non significa più nulla per molti fedeli e anche per molti sacerdoti che si sono formati quando la nostra associazione aveva perso il suo “monopolio” nella crescita dei laici e nell’organizzazione degli oratori, sicuramente molti hanno pensato che fosse finito il tempo delle tessere, degli incontri formativi, dei gruppi organizzati.
Sono stata presidente dell’associazione a Pavia dal 2004 al 2010 e ho assistito a una parte del cammino compiuto dall’AC in questi anni di grande trasformazione del contesto sociale ed ecclesiale dell’Italia: l’AC si è ridotta nei numeri, ma ha conservato la sua capacità vitale di essere attenta ai bisogni e ai cambiamenti in atto e la sua docile disponibilità alla guida dei papi e dei vescovi che si sono avvicendati alla guida della Chiesa. L’Azione Cattolica ha rinnovato la sua vocazione educativa, per questo ha bisogno delle parrocchie e degli oratori dove entrare in contatto con le persone e con i ragazzi: anche l’AC deve amare “l’odore del gregge”, come dice papa Francesco ai sacerdoti, per liberarsi dalla tentazione di proporre attività formative fini a se stesse.
Ma l’Azione Cattolica offre la passione di adulti e giovani formati sulla Parola di Dio e educati alla capacità di discernimento, cioè di cogliere nella realtà e nella vita delle persone i segni dello Spirito, per aiutarli a crescere e germogliare. Sono convinta che il futuro della fede passi attraverso l’educazione, che però richiede nuovi educatori e soprattutto una solidarietà audace e umile tra genitori, sacerdoti, catechisti, animatori disposti ad aiutarsi nel dialogo e nel reciproco sostegno per rendere efficace il compito educativo.
Come Azione Cattolica vorremmo affiancarci a quanti operano nelle parrocchie per collaborare a questa alleanza educativa e per offrire la nostra amicizia ai sacerdoti che spesso si ritrovano soli.