Campo Adulti: e io che adulto sono?

di Rita Marelli  data?


Perché sono tornata a Sampeyre anche quest’anno? Per pregare insieme, per confrontarmi, per ascoltare, per discutere, ma anche per fare passeggiate, per godere della bellezza della Val Varaita, per stare con gli amici, insomma PER CRESCERE. Un pensiero e un ringraziamento particolare vanno evidentemente a Paola Bignardi, che con passione e competenza ha guidato gli incontri sui sentieri tortuosi ma sorprendentemente belli del mondo giovanile; ma già nella cappella della Casa , al mattino, la recita delle Lodi e le parole sempre puntuali e stimolanti di don Lorenzo mi predisponevano ad un ascolto attento, ad una partecipazione attiva, ad un’attesa mai delusa. È vero, il Campo di AC quest’anno aveva come tema generale la Fede nei giovani, ma inevitabilmente il discorso si è focalizzato su noi, gli adulti, su come la nostra testimonianza possa raccontare ai giovani la bellezza del Vangelo. E questa domanda “Io che adulto sono?” mi ha messo in discussione, mi ha fatto riflettere, mi ha portato a confrontarmi con le altre persone presenti al Campo. Un’occasione un po’ particolare a questo proposito è stato il momento di un ‘gioco’ serale, in cui abbiamo sintetizzato alcune caratteristiche dei giovani, scoprendo così ancora una volta la ricchezza spesso sconosciuta ed inesplorata di questo mondo, che dagli adulti aspetta ascolto, sostegno, annuncio di una vita bella. Per ascoltare e cercare di capire, a volte è necessario anche mettere in discussione alcune certezze che riteniamo acquisite e per esperienza so quanto faccia crescere un atteggiamento del genere e quanto i giovani possano insegnarci! Al Campo anche i pasti sono occasione di dialogo e la consuetudine di cambiare ogni volta il posto a tavola mi ha consentito di approfondire conoscenze ed amicizie: anche il Vescovo Corrado ha obbedito a questa ‘regola’, e credo che anche per lui questi momenti siano stati importanti per conoscerci, chiacchierando in libertà e spesso riprendendo argomenti e problemi emersi in mattinata. Mi sembra che la scelta di questa tematica sia stata per tutti anche un’occasione per riscoprire quel ‘giovane’ (il fanciullino di pascoliana memoria) che abita in ognuno di noi, che troppo spesso ignoriamo o imbavagliamo e che invece, se ci mettessimo in ascolto, ci aiuterebbe a vedere la vita con occhi più limpidi e con cuore più fiducioso.

Enzo Bianchi scrive che “I giovani desiderano essere aiutati da adulti affidabili che sappiano accompagnarli senza pretese e senza accaparramenti sui cammini che tendono alla pienezza della vita e dell’amore”. E io che adulto sono?

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